lunedì 12 settembre 2011

Lezione 1: Come togliere il guscio ai gamberetti

Si apprendono un sacco di cose nuove stando in Cina: sto imparando a mangiare con le bacchette, a provare ogni tipo di cibo dall'apperenza disgustosa, a fare gli orribili esercizi fisici mattutini, a stare seduta su minuscoli banchi senza recare alla mia schiena e al mio sedere danni permanenti ma soprattutto a capire che le cose che mi possono sembrare orribilmente strane per altre persone possono non esserlo.

Preciso che durante questo mio profondo percorso di anabasi vengo aiutata da tantissime persone: dai miei insegnanti che hanno studiato un apposito orario scolastico per me, dal responsabile per gli scambi che mi aiuta con le documentazioni, da mia sorella che mi scrive e traduce tantissime parole e dai miei genitori, in particolare il mio baba che mi delizia con le sue perle di saggezza. Ultima quella di ieri: lezione su come mangiare i gamberetti.

Eravamo io e lui al tavolo per la cena perchè mia sorella aveva fatto un litigone con lui il giorno prima. Quindi la nostra conversazione non poteva essere delle più articolate. Dopo aver silenziosamente mangiato il mio riso, un po' di gamberetti e carne il mio baba decide di rivolgermi la parola: "Baba kok (cook)" indicandomi i gamberetti. Allora io, garbatamente rispondo: "Hao chi" (buoni) perchè effettivamente erano deliziosi. E fino ad adesso tutto bene, ma da questo momento la vicenda iniziava a tramutarsi in un qualcosa di leggermente drammatico. "Chi" (mangia pure), indicandomi di nuovo i gamberetti. Io ero piena ma va beh, siccome erano squisiti uno in più non guastava. Allora mi metto a trafficare (termine italo-friulano dal significato che vagamente ricorda l'azione di "fare qualcosa incasinandosi") con le bacchette e le mani per levare il guscio mentre il mio baba mi guardava di malocchio. Credo avesse pensato: "Questa ragazza è un disastro, adesso le dimostro io come si fa". Allora con le bacchette ha afferrato il gamberetto lo ha messo in bocca per metà e poi ha sputato la testa sul tavolo.....OMG.....poi ha messo in bocca un altro pezzo e sputato un po' di guscio e così avanti finchè il povero animale non era stato interamente ingoiato......OOOOMMMGGG.........Nel mentre io non sapevo se essere disgustata o mettermi a ridere così ho optato per fare una faccia stupefatta che poteva essere interpretata erroneamente in "Wow, strabiliante" o giustamente in "oh, che schifo". Il problema era che dopo tutto ciò il baba mi incitava a provare un altro gamberetto per applicare gli insegnamenti, ma fortunatamente ne avevo già mangiati abbastanza così potevo usare la scusa di essere piena. Pfiuu, pericolo scampato.

Insomma, bisogna pensare che qui fare queste cose è normale. Ruttare è normale, sputare è normale (le donne che sputano come dei lama sono una delle cose più brutte dell'universo). Chi mi conosce sa che qualche volta tra stretti conoscenti non ho nessun problema ha fare un ruttino ma qui mi sono riufiutata e mi rifiuterò di farlo solo per il fatto che è una cosa assolutamente normale.

"Perchè? è una cosa naturale" fu la prima cosa che mi disse mia sorella quando parlai del fatto che da noi non è educato ruttare. Io mi sono limitata a rispondere "Siceramente non lo so" e a cambiare discorso.

Volevo dirle "Perchè fa schifo"! Ma poi mi sono chiesta perchè ruttare faccia schifo, è una cosa naturale...Fa schifo perchè convenzionalmente è così. Non so il vostro, ma mio papà si alterava alquanto sentendomi ruttare.....insomma, siamo stati educati diversamente.

E allora, che ognuno si tenga la propria educazione; io mi rifiuterò a vita di ruttare in questo paese e quando ruttano loro.....beh....dovrò autoincoraggiarmi pensando: "A.L, tranquilla, è solo un brevissimo brutto sogno, non guardare, passerà presto" :)

2 commenti:

  1. ...eh, sono momenti difficili. :-) Ma il bello sta nel riuscire a cavarsela. Mi pare tu lo abbia fatto alla grande.
    Insomma sei una "professionista" ahahah!

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  2. grazie per quello che ci fai conoscere sei molto spiritosa continua così

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